Inositolo e ovaio policistico.
La sindrome dell’ovaio policistico o micropolicicstico (PCOS – PolyCystic Ovary Syndrome) è un disordine endocrino caratterizzato da irregolarità mestruali (80%) come anovulazione (assenza di ovulazione) oligo-ovulazione (cicli ovulatori irregolari) ed iperandrogenismo (60%), irsutismo, acne, alopecia (incremento della produzione degli ormoni androgeni), obesità (50%).
Coinvolge il 5-10% della popolazione femminile in età riproduttiva e rappresenta una delle più comuni cause di infertilità nella donna, infatti molte donne non sanno di soffrirne finché non tentano una gravidanza senza successo e si rivolgono al ginecologo.
Due caratteristiche importanti di questa particolare sindrome, l’insulino-resistenza (riduzione degli effetti dell’insulina) e l’iperinsulinemia (aumento compensatorio di secrezione di insulina), rappresentano due aspetti importanti di questa sindrome, che nel 50% circa dei soggetti è associata ad obesità di tipo viscerale.
In numerosi studi osservazionali prospettici e retrospettivi si evince che almeno il 40% delle donne con PCOS presenta una intolleranza al glucosio e che il 10-20% svilupperà nell’età media un diabete mellito di II tipo (Cresswell J. Relationship between polycystic ovaries, body mass index and insulin resistance. Acta Obstet Gynecol Scand 2003;82:61-4. [Medline]) inoltre vi è riduzione del colesterolo HDL, aumento dei trigliceridi ed ipertensione arteriosa.
Tutte queste alterazioni metaboliche sono alla base dell’aumentato rischio cardiovascolare delle donne affette da PCOS, ma poiché queste alterazioni metaboliche nelle giovani donne sono molto sfumate e si fanno evidenti solo dopo la menopausa spesso vengono sottovalutate.
Le donne con PCOS, con la presenza delle caratteristiche metaboliche elencate sopra, sviluppano un aumentato rischio di incorrere nella Sindrome metabolica, definita in passato anche sindrome X o sindrome da insulino-resistenza, si caratterizza dalla presenza, nello stesso paziente, di vari disordini metabolici, ciascuno dei quali, noto fattore di rischio cardiovascolare.
Secondo il National Cholesterol Education Expert Panel on Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Cholesterol in Adults (Adult Treatment Panel III – ATPIII) i disordini sono:
- Obesità centrale/viscerale (circonferenza vita ≥88cm).
- Alterata regolazione glicemica (glicemia a digiuno ≥90mg/dL, o ≥140mg/dL a due ore nel test con carico orale di glucosio (OGTT).
- Ipertensione arteriosa (PA ≥130/85).
- Ipertrigliceridemia (≥150mg/dL).
- Ridotto colesterolo HDL (<50mg/dL).
La American Diabetes Association riconosce la PCOS come fattore di rischio tale da giustificarne lo screening per il diabete mellito.
Le donne obese con PCOS rispetto alle donne di peso normale con PCOS presentano:
- un’aumentata prevalenza di intolleranza al glucosio e diabete mellito di tipo 2;
- maggior prevalenza di irsutismo (73% contro il 56%);
- peggior profilo lipidico;
- maggior rischio di sindrome metabolica e quindi di malattie cardiovascolari;
- maggior prevalenza di oligomenorrea, amenorrea, infertilità;
- peggior risposta alle terapie di induzione (minor tasso di ovulazione e concepimento);
- nelle tecniche di fecondazione assistita (FIVET, ICSI) minor percentuale di gravidanze e aumentata frequenza di aborti spontanei.
Inositoli, studi e benefici
Diversi studi hanno ormai dimostrato l’efficacia dell’inositolo nel trattamento della PCOS ed in particolare di molti disturbi ad esso associati, promuove una corretta ovulazione; migliora l’utilizzo del glucosio circolante; riduce la quantità di ormoni maschili circolanti e l’irsutismo; migliora la pressione sanguigna; migliora i livelli circolanti dei trigliceridi.
Osservandone gli effetti ed i benefici da un punto di vista più ampio, emerge chiaramente che l’effetto dell’inositolo si è dimostrato efficace anche per il trattamento della sindrome metabolica.
L’inositolo è una molecola presente in natura sotto molteplici forme ma la conformazione più comune è quella del mioinositolo, è classificabile come carboidrato, anche se in realtà il potere dolcificante è quasi nullo.
L’inositolo sembra inoltre che possa essere prodotto autonomamente dal corpo umano a partire dal glucosio, ma si trova anche in molti alimenti (cereali, noci, nella frutta come meloni ed arance, oltre che nelle carni).
Si raccomanda quindi di rivolgersi sempre al proprio medico oltre che ridurre l’eccesso di peso in caso di sovrappeso/obesità, rivolgendosi ad esperti e scongiurando il tanto in voga fai da te, oltretutto dannoso ed il più delle volte non risolutivo, rischiando solo di peggiorare il già alterato quadro metabolico.
Articolo pubblicato su SaluteStyle
Anno 2 – Numero 1
Febbraio – Marzo 2014
Saluti cordiali,
Dr.ssa V. Palermo nutrizionista a Napoli.
salve volevo sapere quale e quanto inositolo assumere per ridurre gli ormoni maschili e l’irsutismo, o l’ovaio micropolicistico e pultroppo mi porta questo problema. 2 anni fà o preso CHIROFOL 500g e sn rimasta incinta. ma vorrei risolvere questo problema GRAZIE
Bg,
per quanto riguarda i dosaggi dovrebbe rivolgersi ad uno specialista;
L’inositolo comprende una famiglia di isomeri;
In generale i soggetti che soffrono di PCOS hanno anche carenza di folati e basse concentrazioni di 25OH Vit D.
In nutraceutica si è riuscito a trovare l’isomero che ha ottenuto evidenze scientifiche più convincenti, parliamo del D-chiro inositolo;
Uno studio effettuato nel 1999 da Nestler e pubblicato sull’autorevole rivista “New England Journal of Medicine” ha evidenziato che il trattamento in donne obese con un dosaggio di 1200 mg/die di DCI e 600 mg/die di DCI riduceva i livelli di insulina, pressione arteriosa, testosterone libero( quest’ultimo del 50%), trigliceridi e faceva avvenire ovulazione in 19 donne su 22;
Mentre in america i DCI viene ampiamente utilizzato da tempo, il primo prodotto in italia ad un dosaggio raccomandato è il DDM-CHIRO, ma oggi ve ne sono diversi che uno specialista le saprà consigliare.
Saluti