Dr.ssa Veronica Palermo
BIOLOGO - NUTRIZIONISTA NAPOLI

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Non riesco ad aumentare di peso a causa del forte stress

16 Giugno 2021

Domanda:

Aumentare di peso con forte stress.

aumentare di peso stress, relax

Buonasera dottoressa mi chiamo Rachele ho 43 anni..

sono un paio di mesi che non sono in grandissima forma sarà la pandemia dell’ultimo anno e mezzo, le preoccupazioni, entrambi o genitori col covid.. il lavoro le figlie.. insomma stress su stress cosa succede succede che una mattina esattamente dal 27 aprile dal momento in cui mi alzo dal letto ho l’ansia e non mi viene da mangiare più precisamente la fame si fa sentire ma faccio davvero una gran fatica a mandar giù i bocconi questa situazione dura circa 10 giorni poi è passata x circa due settimane e si è ripresentata nuovamente.

Io sono alta 157 cm e il mio peso è sempre stato intorno si 49 50kg… stavo bene

Ora mi ritrovo con ben 5kg in meno e sul mio fisico è soprattutto sul viso si notano tanto

Io ce la sto mettendo tutta a mangiare (perché io ho sempre amato mangiare) e voglio recuperare i miei 4/5 kg… Non ho mai avuto problemi di ansia e tanto meno disturbi alimentari non capisco cosa sia scattato

C’è il modo x aumentare di peso e recuperare i miei kg?

Grazie 1000 Buona serata.

Rachele.

 

Risposta:

Gentile Rachele,

la prima cosa da fare, a mio avviso, è affidarsi ad un professionista biologo nutrizionista per valutare l’entità della perdita di peso da lei descritta, ovvero cosa nel dettaglio, le ha comportato in termini qualitativi (massa magra, massa muscolare, massa grassa, liquidi etc.) e se ciò stia anche incidendo sulla sua salute, sottoponendosi quindi ad alcuni esami ematochimici che ci facciano comprendere meglio il suo stato di salute.

Certamente, in seguito ritengo sia il caso di affrontare il forte stress dovuto agli eventi che l’hanno segnata con il supporto di colleghi specializzati, trovo molto valida la terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E). Il team di esperti rilascerà consigli sulla suddetta terapia, può visitare il sito di riferimento www.cbte.co.

In questo ultimo anno e mezzo il Governo Italiano ha deciso di bloccare l’intero paese, per limitare il diffondersi della pandemia da covid-19

Sul Lancet, nel febbraio di quest’anno è stata pubblicato una revisione effettuata ad opera di Samantha Brooks e colleghi, del King College di Londra, di 24 studi sull’impatto psicologico che la quarantena ha avuto sui cittadini.

Ebbene, è emerso che nelle persone vi sono ancora effetti psicologici negativi tra cui possiamo elencare: sintomi da stress post-traumatico, confusione paura e rabbia.

Inoltre, si è osservato che tra i fattori di stress si possono includere, il desiderio di una maggiore durata della quarantena, la paura di contrarre l’infezione, oltre ad una forte frustrazione e noia, il tutto aggravato dalla ricezione di informazioni inadeguate e dalle notevoli perdite finanziarie.

Sempre secondo questa revisione, a soffrine maggiormente sarebbero i bambini e gli adolescenti che quindi sembra siano particolarmente a rischio di disturbo post traumatico da stress.

Ancora, si è visto che la quarantena, creando un isolamento sociale e una limitazione del movimento, può contribuire al mantenimento, nel caso fosse presente, della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione attraverso svariati meccanismi:

  • L’impossibilità al movimento ed all’esercizio fisico, può incrementare la paura dell’aumento di peso e ciò comporta una maggiore restrizione calorica per compensare la paura;
  • Episodi di abbuffata, scatenati da una elevata esposizione continua a scorte alimentari;
  • La convivenza forzata con familiari può, in alcuni casi, accentuare il disturbo dell’alimentazione a causa delle difficoltà interpersonali che vi sono o che si creano;
  • L’isolamento sociale, inoltre, causa un ostacolo del miglioramento dei rapporti interpersonali.

Gli autori infine raccomandano che “nelle situazioni in cui la quarantena è considerata necessaria, i funzionari dovrebbero mettere in quarantena le persone per un periodo non più lungo del necessario e fornire motivazioni chiare per la quarantena oltre che informazioni sui protocolli terapeutici esistenti”.

Ma ancora, in quest’altro studio IMPACT OF COVID RELATED LOCKDOWN: PSYCHIC DISTRESS ON A SAMPLE OF MOOD DISORDERS OUTPATIENTS VS A GENERAL POPULATION SAMPLE” – Nicola Ragone, Linda Franchini, Barbara Barbini, Silvia Brioschi, Federico Seghi, Cristina Colombo – Università Vita-Salute San Raffaele, Milan, Italy; Ospedale San Raffaele, Milan, Italy, gli autori hanno descritto gli effetti di quarantena su 101 pazienti con disturbo dell’umore e 56 controlli, riguardo le loro condizioni fisiche, la conoscenza della situazione, l’aderenza e la tolleranza alle restrizioni, e l’insorgenza di sindrome (sub)clinica. Ebbene, la quarantena è stata confermata essere associata a fenomeni di disagio psicologico ed è stato possibile individuare caratteristiche di maggiore vulnerabilità al disagio psicologico nei disoccupati e nei giovani pazienti. Inoltre, indirettamente lo studio ha anche fornito una valutazione preliminare del disagio psicologico sulla popolazione che sorprendentemente ha mostrato maggiore fragilità.

In questo studio invece SUICIDALITY AND COVID-19 PANDEMIC” – Alessia Gentilotti, Matteo Giordani, Lorenzo Maria Martino, Laura Orsolini, Umberto Volpe – Unit of Clinical Psychiatry, Department of Neurosciences/DIMSC, School of Medicine, Polytechnic University of Marche, Ancona, Italy, la pandemia di COVID-19 e le relative misure di contenimento, in particolare il distanziamento fisico e l’isolamento, hanno avuto conseguenze dannose sulla Salute mentale della popolazione generale intorno al mondo, in particolare, a causa dell’esacerbazione dei sentimenti come frustrazione, solitudine, interazioni sociali ridotte, perdita della routine abituale, incertezza sul proprio futuro, preoccupazioni per la propria salute e per i propri cari, lutto, disoccupazione, noia, stigma, discriminazione, burnout degli operatori sanitari che hanno assistito i pazienti COVID.

Questi fattori possono portare a disagio psicologico, disturbi emotivi ed esaurimento, depressione, ansia, irritabilità e rabbia, insonnia, stress post-traumatico, aumento dei comportamenti pericolosi che a loro volta costituiscono fattori di rischio per il suicidio, e abuso di sostanze come l’alcol.

Tenga presente che da studi approfonditi sul microbiota intestinale, si è evidenziato come fattori quali stress, cambio delle abitudini alimentari e insonnia agiscano sulla diversità dello stesso e ciò può causare un aumento a catena dei disturbi ansiosi e depressivi.

Pertanto, sicuramente il peso di cui lei mi parla può essere recuperato, ma deve affidarsi ad un valido specialista che tenga conto di tutti i fattori descritti sopra, che lavorano in sinergia tra loro, e quindi il piano nutrizionale che ne deriva deve essere studiato ad hoc valutando, nel caso, anche una terapia di probiotici selettivi per il ripristino del microbiota intestinale.

Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti, e stia serena che se supportata in modo valido, riuscirà ad aumentare di peso, ritornerà a sentirsi bene e forte più di prima.

Saluti cordiali,
Dr.ssa V. Palermo nutrizionista a Napoli.

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