Dr.ssa Veronica Palermo
BIOLOGO - NUTRIZIONISTA NAPOLI

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Semaglutide e tirzepatide, il lato oscuro della cura “miracolosa” dell’obesità!

8 Aprile 2024 di Dr.ssa Palermo

Semaglutide e tirzepatide farmaci obesità

La perdita di peso può essere un viaggio difficile e molte volte frustrante, ma è importante dare priorità alla propria salute e sicurezza durante tutto il percorso.

Semaglutide e tirzepatide, i miracoli hanno un prezzo.

Secondo un recentissimo report della World Obesity Foundation, entro il 2035 il 51% della popolazione sarà obesa o in sovrappeso. Prospettiva molto preoccupante, dalle  dimensioni di una vera e propria epidemia che alcuni esperti hanno soprannominato la “Globesity”.

Sebbene Semaglutide abbia mostrato risultati promettenti negli studi clinici, non è privo di potenziali rischi per la salute  ed effetti collaterali che tutti dovrebbero conoscere..

Ozempic (semaglutide) dell’azienda Novo Nordisk, approvata dall’FDA nel 2017 e Mounjaro (tirzepatide) di Eli Lilly, approvata nel maggio dello scorso anno sono una  nuova classe di medicinali conosciuti come agonisti del recettore GLP-1 e vengono prescritti a persone con diabete di tipo 2 per gestire i livelli di zucchero nel sangue.  oltre a favorire  il controllo dei livelli di glucosio nel sangue, agiscono come regolatori dell’appetito e del senso di fame.

Farmaci resi noti da vip e personaggi famosi come Elon Musk, su instagram e tik tok, che mostrano l’utilizzo di iniezioni di Semaglutide come rimedio ai kg di troppo.

In Italia è bene precisare che il loro uso è off-label per la perdita di peso, ovvero da noi non è stato approvato per queste indicazioni, ma nonostante tutti i rischi del caso è ormai diffuso anche in Italia.

Ma vediamo gli studi su semaglutide e tirzepatide cosa dicono.

Sulla base dei risultati del programma di studi clinici Semaglutide Treatment Effect in People with Obesity (STEP). Negli studi STEP 1 e 3 condotti su partecipanti senza diabete di tipo 2, sono state osservate perdite di peso medie, sottratto il placebo, rispettivamente del 12,4% e del 10,3% con semaglutide 2,4 mg alla settimana 68 (rif. 6 , 7 ).

Gli studi precedenti nel programma di sperimentazione STEP si sono limitati a durate di trattamento fino a 68 settimane (rif. 6 , 7 , 8) .

 Lo studio STEP 5 della durata di 2 anni, studio multinazionale di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, è lo studio fino ad ora più lungo su questo farmaco effettuato. Gli end-point primari erano la valutazione in % maggiore del 5% della perdita di peso dal tempo basale a 102 settimane;

La maggior parte dei partecipanti erano donne (236 (77,6%) su 304) e la maggior parte erano bianchi (283 (93,1%) su 304). L’età media era di 47,3 anni. Il peso corporeo medio era di 106,0 kg e il BMI medio era di 38,5 kg m -2 .

Risultato dello studio è stata una perdita di peso media di circa il 15% ottenuta con semaglutide 2,4 mg alla settimana 104 ( ovvero 2 anni).Dopo la 36esima settimana, la perdita raggiunge un plateau attestandosi sempre intorno al 16% del peso iniziale. (fig.2)

Un altro interessante studio (Bezin J., et al., 2022) mette in evidenza  come, dopo 68 settimane di trattamento con Semaglutide, la sospensione del farmaco, porta a un rapido recupero del peso nelle 52 settimane successive.

Questi dati ci fanno  dedurre come per ottenere e mantenere un buon risultato sulla perdita del peso, il farmaco deve essere assunto per tutta la vita.

é bene far notare che sebbene Semaglutide sia stato pubblicizzato  come una svolta nel mondo della perdita di peso, è importante capire e far capire, che non è una pillola magica. È un farmaco che deve essere utilizzato insieme a cambiamenti nello stile di vita come dieta ed esercizio fisico.

Il lato oscuro della semaglutide

Una nuova ricerca dell’Università della Columbia Britannica, pubblicato su Jama, mette in evidenza come  l’assunzione di farmaci a base di semaglutide noti come agonisti del GLP-1, ( Wegovy, Ozempic, Rybelsus e Saxenda), sono associati a un aumento del rischio di gravi condizioni mediche.

Oltre quelle accertate negli studi clinici dell’azienza, come:

  • nausea nel 30% dei pazienti;
  • vomito 10%;
  • pancreatite, (che si evidenzia con forti crampi addominali, nausea e vomito) potenzialmente pericolosa per la vita;
  • stipsi;
  • gonfiore allos tomaco;
  • capogiri;
  • calcoli biliari;
  • aumento della lipasi e amilasi;
  • cambiamento del gusto degli alimenti e bevande;
  • a 1 persona su 10 complicazioni della malattia oculare diabetica (retinopatia);
  • effetti dannosi sulle ossa e sui muscoli.

Gli studi hanno evidenziato una riduzione della densità minerale ossea, con conseguente aumento del  rischio di fratture oltre a causare dolore e debolezza muscolare, rendendo in questo modo più difficili le attività quotidiane. Tutto ciò può essere particolarmente preoccupante per gli anziani che sono già a rischio di cadute e fratture.

Altri effetti collaterali noti sono:

diarrea, stitichezza e dolore addominale.

Aumento del rischio di ipoglicemia, in particolare nelle persone con diabete di tipo 2.

Tumori delle cellule C dellla tiroide segnalati  nei ratti a cui è stato somministrato Semaglutide, anche se non è chiaro se il farmaco abbia lo stesso effetto negli esseri umani.

Inoltre da una nuova ricerca dell’Università della Columbia Britannica, pubblicato su Jama, si evidenziano altri eventi avversi gastrointestinali  in soggetti  non diabetici che utilizzano questi farmaci specificamente per la perdita di peso.

Un rischio 3,67 volte più elevato di Gastroparesi, paralisi dello stomaco, che provoca una  permanenza prolungata del cibo nello stomaco dove il passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino tenue è limitato e ciò provoca sintomi come vomito, nausea e dolore addominale

Un rischio 4,22 volte più elevato di occlusione intestinale, dove il cibo non riuscendo più a transitare attraverso  l’intestino crasso o tenue, i sintomi avvertiti sono crampi, gonfiore, nausea e vomito. ovviamente a seconda della gravità, si  potrebbe arrivare per la risoluzione all’intervento chirurgico.

ed ancora:

l’American Society of Anesthesiologists ha avvertito che i pazienti dovrebbero interrompere questi farmaci una settimana prima di un intervento chirurgico perché possono aumentare il rischio di rigurgitino del cibo durante un’operazione, anche se hanno seguito il digiuno come indicato.

Donne in età fertile e semaglutide e tirzepatide

Si raccomanda che le donne in età fertile facciano uso di misure contraccettive quando sono trattate con semaglutide. Se una paziente desidera iniziare una gravidanza o se si verifica una gravidanza, semaglutide deve essere interrotto. In considerazione della sua lunga emivita, semaglutide deve essere interrotto almeno 2 mesi prima di una gravidanza pianificata.

Dagli studi preclinici, nelle femmine di ratto, si sono osservati un aumento della durata dell’estro e una lieve riduzione dei corpi lutei (ovulazioni) a dosi associate a un calo ponderale della madre.

Negli studi di sviluppo embrio-fetale condotti sui ratti, semaglutide ha causato nei feti importanti malformazioni scheletriche e viscerali, compresi effetti sulle ossa lunghe, le coste, le vertebre, la coda, i vasi sanguigni e i ventricoli cerebrali. Le valutazioni meccanicistiche hanno indicato che l’embriotossicità comportava una compromissione, mediata dal recettore del GLP-1, dell’apporto di nutrienti all’embrione attraverso il sacco vitellino dei ratti. Anche se questo meccanismo è considerato di rilevanza improbabile per gli esseri umani. Tuttavia, un effetto diretto di semaglutide sul feto non può essere escluso.

Negli studi di tossicità dello sviluppo condotti in conigli e scimmie cynomolgus, si sono osservate una maggiore perdita di gravidanza e un’incidenza lievemente aumentata di anomalie fetali a esposizioni  clinicamente rilevanti. I risultati sono compatibili con il calo ponderale marcato della madre, fino al 16% . Non è noto se questi effetti siano correlati a un minore consumo di cibo della madre come conseguenza diretta del GLP-1.

Considerazioni su semaglutide e tirzepatide

Sebbene questi farmaci agiscono su alcuni meccanismi di natura biologica causa del mantenimento dell’obesità, tuttavia:

  • non aiutano le persone a sviluppare capacità e competenze per gestire i fattori cognitivi e ambientali ed acquisire un corretto stile di vita che li rende attori di se stessi;
  • la persona che è consapevole di curare la sua obesità o il sovrappeso con il solo utilizzo di un farmaco, si affiderà così pienamente e totalmente ad una soluzione esterna, da fare inoltre per  tutta la vita che tenderà ad assumere un ruolo passivo e quindi semplicemente a cambiare la fonte della sua “dipendenza”, prima dipendeva dalle industrie alimentari adesso dipenderà da quelle farmaceutiche, senza prendere realmente in mano la propria vita.

Considerati questi potenziali rischi ed effetti collaterali quando si utilizzano semaglutide e tirzepatide, è importante affrontare la perdita di peso con cautela e collaborare con un operatore sanitario che possa aiutarti a prendere decisioni realmente informate e disinteressate sulle opzioni di trattamento più giuste per te.

Fonti

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Saluti cordiali,
Dr.ssa V. Palermo nutrizionista a Napoli.

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